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Settembre 2019

Federcontribuenti: il commercialista Lamberto Mattei è il delegato nazionale per le piccole e medie imprese

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Roma – Da sempre impegnato a tutto campo a difesa dei contribuenti e dei consumatori, e così è arrivata la nomina ufficiale per il dottor Lamberto Mattei, quale delegato nazionale ai rapporti con le piccole e medie imprese da parte di Federcontribuenti Nazionale. La federazione italiana a tutela degli stessi contribuenti e consumatori, ha investito il dottor Mattei di questo incarico nell’ambito del consiglio nazionale svolto a Roma lo scorso 27 settembre 2019.

Il conferimento è stato stabilità all’unanimità del direttivo nazionale formato dal Presidente dott. Marco Paccagnella, dal segretario Generale dott. Filippo Fordellone, dal Direttore generale Dott. Marco Alberto Zanetti  e dal coordinatore Nazionale Vincenzo Tagliareni.

“Sul nome del dottor Mattei – ha commentato il dott. Filippo Fordellone – c’è stata una corale unanimità – in quanto lo stesso apprezzato professionista ogni giorno è in azione insieme al suo staff per individuare soluzioni e criticità normative e procedurali per l’interesse dei contribuenti italiani. Va anche sottolineato – ha concluso Fordellone – quanto sia rilevante l’attività del commercialista Lamberto Mattei nel contest di proposte di legge, analisi e costante pubblicazioni di ricerche ed aggiornamenti di settore, volte e mirate ad informare l’opinione pubblica su opportunità talvolta poco note ai cittadini italiani”.

Soddisfazione è stata espressa dal Presidente dott. Marco Paccagnella e da tutto il Direttivo Nazionale di Federcontribuenti.

“Accetto questo prestigioso incarico – ha affermato il dottor Lamberto Mattei – in Federcontribuenti per la quale profonderò il mio massimo impegno finalizzato sia al bene dell’organizzazione territoriale nazionale, che delle stesse piccole e medie imprese. Categoria quest’ultima che necessita di particolare attenzione poichè costituisce la base di una economia quotidiana. Ringrazio dunque per la fiducia – ha concluso Mattei – che onorerò con i fatti e con il lavoro di squadra con obiettivi comuni sempre legati alla crescita del bene pubblico”.

 

In arrivo detrazioni fiscali e incentivi solo per chi usa bancomat o carta di credito?

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Roma – Il punto interrogativo è d’obbligo perchè finora si tratta di una proposta lanciata dal Premier Conte, ma cerchiamo di capire – spiega il commercialista Lamberto Mattei – qualcosa in più sulle motivazioni in linea generale. Stando alle prime interpretazioni non si tratta quindi di tasse che puniscano l’uso del contante, ma di sconti fiscali come incentivo a usare bancomat e carte di credito nelle operazioni quotidiane, dal pagamento dell’idraulico alla spesa al negozio. Il premio sarà una detrazione fiscale, cioè un rimborso di una percentuale dei pagamenti?  E una forma di premialità sarà concessa anche a quegli esercenti che passeranno dall’incasso del contante all’utilizzo del Pos: riceveranno un credito di imposta in modo da rendere sostenibili i costi per l’installazione e la gestione dei dispositivi.
Non solo: si punta ad azzerare la commissione a carico dei commercianti per le spese fino a 5 euro, e a ridurla notevolmente per quelle fino a 25 euro.

La convenienza scatterebbe se il ricorso agli strumenti elettronici diventasse la condizione per poter fruire delle attuali detrazioni Irpef, sulle spese mediche, universitarie e tutte le altre. In pratica, lo sconto fiscale del 19% spetterebbe solo a chi usa una carta elettronica per pagare il medico, la palestra dei figli, le spese funebri o quelle dell’università. Esattamente come avviene oggi con le agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie e il risparmio energetico, oggi riconosciute solo se il pagamento avviene con bonifico bancario. Altro strumento, che potrebbe essere introdotto all’inizio del 2020, è la card unica.  L’attuale carta di identità elettronica dovrebbe assorbire nel medio periodo la tessera sanitaria, l’identità digitale, la patente e forse anche la tessera elettorale e il badge dei dipendenti pubblici. E verrebbe dotata di una funzione di pagamento per operare come una sorta di borsellino elettronico. Non servirà necessariamente disporre di un conto corrente bancario, perché la card verrebbe collegata a un più semplice conto di pagamento (per il quale con la legge di bilancio scatterebbe l’esenzione dall’imposta di bollo) e avrebbe la possibilità di essere caricata anche dal tabaccaio.

Compliance, versamenti diretti e ruoli portano a 16.2 miliardi gli incassi da controlli fiscali

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Nel 2018 (+11%) a cui si aggiungono 3 miliardi di entrate “straordinarie” da definizione liti, rottamazione e voluntary – Primi risultati della e-fattura antievasione:
in due mesi bloccati 688 milioni di euro di falsi crediti Iva

Roma – Una approfondita ricerca dello staff del commercialista Lamberto Mattei permette di focalizzare i dati aggiornati sull’argomento: “Lo scorso anno sono stati riportati nelle casse dello Stato oltre 16 miliardi di euro derivanti dalle ordinarie attività di controllo, l’11% in più rispetto al 2017. Si tratta di somme effettivamente incassate tramite versamenti diretti (+10%), lettere per la compliance (+38%) e ruoli (+4%). Si registra, invece, una flessione delle entrate derivanti da misure straordinarie, come la definizione delle liti fiscali (-87%), la rottamazione (-41%) e la voluntary disclosure (-25%), dalle quali derivano incassi per 3 miliardi di euro che, sommati ai recuperi da controlli ordinari, portano il dato complessivo degli incassi 2018 a 19,2 miliardi di euro.
Il Fisco contribuisce a rendere il Paese più attrattivo per gli investitori e prosegue nel percorso di digitalizzazione dei servizi: lo scorso anno sono state fornite 27 risposte a interpelli nuovi investimenti, che porteranno in previsione maggiori risorse per circa 15 miliardi di euro e 13mila nuovi posti di lavoro. Mentre avanza la strategia digitale delle Entrate – sono 8,4 milioni i cittadini registrati ai servizi fiscali online – la e-fattura continua il suo “rodaggio” con 350 milioni di documenti già arrivati al Sistema di interscambio, gestito dal partner tecnologico Sogei, e mostra le proprie potenzialità nel contrasto alle frodi. Si attestano a 17,5 miliardi di euro i rimborsi a famiglie e imprese (+8% rispetto all’anno precedente).
Questi alcuni dei dati presentati oggi in conferenza stampa dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Antonino Maggiore, alla presenza del ministro dell’Economia e delle Finanze, Prof. Giovanni Tria, e dei principali rappresentanti dell’Amministrazione finanziaria.
Recuperati più di 16 miliardi grazie ai controlli fiscali – Nell’ambito dei tributi amministrati dall’Agenzia delle Entrate, il recupero ordinario da attività di controllo supera i 16 miliardi di euro (16,16 miliardi precisamente) con un incremento dell’11% rispetto all’anno precedente (14,5 miliardi). Di questi, 11,25 miliardi derivano dai versamenti diretti (somme versate a
seguito di atti emessi dall’Agenzia) che fanno segnare un aumento del 10% rispetto al 2017. Circa 1,8 miliardi, invece, sono il frutto dell’attività di promozione della compliance : il gettito conseguito con 1,9 milioni di alert inviati dell’Agenzia effettua un balzo in avanti del 38% rispetto all’anno precedente e addirittura del 260% rispetto al 2016. Si attesta a 3,1 miliardi il recupero conseguente ai ruoli ordinari (+4%) di competenza dell’Agenzia delle Entrate, mentre scende il recupero da misure straordinarie: dalla definizione delle controversie tributarie sono arrivati 100 milioni di euro (-87%), dalla rottamazione di cartelle riferite all’Agenzia delle Entrate 2,59 miliardi (-41%), dalla voluntary 1 e bis 300 milioni di euro (-25%) e dalla prima misura di pace fiscale, partita negli ultimi due mesi 2018, 50 milioni di euro. In totale le entrate “straordinarie” ammontano quindi a 3 miliardi di euro.
Cresce il gettito spontaneo relativo ai principali tributi gestiti dall’Agenzia delle Entrate (imposte dirette e indirette, imposte regionali e comunali), che passa dai 414 miliardi del 2017 ai quasi 420 miliardi (+1,4%) del 2018.
Il recupero di Agenzia Entrate-Riscossione – L’azione svolta dall’agente della riscossione ha riportato complessivamente nelle casse dello Stato 10 miliardi di euro. Di questi, 6,1 miliardi sono ruoli ordinari emessi per conto dell’Agenzia delle Entrate e di altri enti e 3,91 miliardi derivano, complessivamente, dalla prima e dalla seconda rottamazione delle cartelle. Le somme riscosse arrivano per il 55% da contribuenti con debiti superiori a 100mila euro e per il 21% da cittadini con debiti compresi tra 10 e 50mila euro. Solo l’1,8% degli importi riscossi arriva da cittadini con debiti fino a 1.000 euro.
L’e-fattura si consolida e svela i primi risultati antievasione e antifrode – Dopo la prima fase di avvio, la fatturazione elettronica è entrata nel vivo e nel quotidiano di milioni di italiani. Sono, ad oggi, circa 2,7 milioni gli operatori che hanno inviato 350 milioni di e-fatture, con una percentuale di scarto pari al 3,85%. Proprio grazie alle analisi del rischio basate su e-fatture e dati del portale Fatture e corrispettivi, in poco più di due mesi è stato smascherato un complesso sistema di frodi messo in atto attraverso false fatturazioni tra società cartiere e sono stati scoperti e bloccati falsi crediti Iva per 688 milioni di euro.
Le misure per l’attrattività e la consulenza del Fisco – Tra le misure per l’attrattività del Paese, si segnalano 27 risposte relative all’interpello nuovi investimenti, che, in previsione, porteranno maggiori risorse per circa 15 miliardi e 13mila nuovi posti di lavoro su base pluriennale. Sono nove le grandi società ammesse lo scorso anno al regime di adempimento collaborativo (cooperative compliance). Sono stati, infine, conclusi nel 2018 618 accordi di Patent box. Sul versante dell’interpretazione normativa, il 2018 ha visto l’Agenzia rispondere puntualmente a tutti gli interpelli in scadenza nell’anno, pari a 11.167. Più brevi i tempi di lavorazione: per il 91% degli interpelli ordinari è stata fornita una risposta entro 80 giorni, anziché nel termine ordinario di 90; al 96% degli interpelli probatori è stato dato riscontro entro 90 giorni anziché nel termine standard di 120. Si accorciano i tempi anche in tema di consulenza giuridica: per l’86% delle richieste risposta entro 90 giorni rispetto ai 120 previsti.
Servizi più rapidi, avanza ancora il digitale – Sul fronte dell’attività di servizio ai cittadini, nel 2018 sono stati erogati rimborsi a famiglie e imprese per un ammontare di 17,5 miliardi di euro (+8% rispetto all’anno precedente). Cresce l’utilizzo dei servizi online – a quota 8,4 milioni gli utenti registrati ai servizi telematici dell’Agenzia (+20% sul 2017) – e aumentano le visite al cassetto fiscale, che sfiorano i 30 milioni (+12% rispetto al 2017). Dei circa 1,9 milioni contratti di locazione quasi 7 su 10 sono stati registrati tramite i servizi telematici dell’Agenzia. Per quanto riguarda i servizi catastali e ipotecari, lo scorso anno sono stati presentati online oltre 1,4 milioni di atti di aggiornamento delle banche dati e 4,3 milioni di atti di aggiornamento delle intestazioni catastali. Il modello F24 si conferma essere il principale strumento per il versamento di imposte e contributi: nel 2018 sono complessivamente affluiti ai sistemi dell’Agenzia versamenti per 608 miliardi di euro, al netto delle compensazioni, di cui il 96% tramite servizi telematici.
68mila i ricorsi in primo grado, -60% grazie alla mediazione – Nel 2018 sono ulteriormente calati i ricorsi tributari in primo grado rispetto agli anni precedenti. L’anno scorso sono stati, infatti, 68mila i contribuenti che si sono rivolti alla Commissione tributaria provinciale, a fronte dei 70mila ricorrenti del 2017. Il calo supera il 60% se si confrontano i ricorsi del 2018 con quelli presentati nel 2011, vale a dire l’anno precedente all’introduzione dell’istituto del reclamo/mediazione.”

Oneri quota 100, il commercialista Lamberto Mattei: “dati reali devono corrispondere con le ipotesi dei giornalisti”

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Roma – Nel merito alle notizie di stampa relative a un maggior onere pensionistico di 63 miliardi di euro derivante dalle misure del decreto legge n. 4/2019 (cd. quota 100), il Ministero dell’Economia e delle Finanze sottolinea che questo dato non trova alcun riscontro nelle stime della Ragioneria Generale dello Stato.

In particolare, il valore ampiamente sovrastimato di 63 miliardi di euro risulta essere il frutto di un’elaborazione giornalistica non corretta dal punto di vista logico, operata a partire dai dati contenuti nel Rapporto n. 20 sulle “Tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio sanitario”, in quanto si limita a distribuire in maniera uniforme sull’intero periodo considerato dal Rapporto (2019-2036) il valore medio della variazione del rapporto della spesa/PIL (0,2%) stimato rispetto allo scenario base. Si tratta pertanto di una quantificazione non imputabile al Ministero dell’Economia e delle Finanze né certificata in alcun modo dai dati forniti dalla Ragioneria Generale dello Stato.

Si evidenzia inoltre che le valutazioni contenute nel rapporto in oggetto si basano sui dati del quadro macroeconomico e di finanza pubblica tendenziale contenuti nel DEF 2019 e non tengono conto, invece, delle indicazioni di monitoraggio sui suddetti provvedimenti di anticipo pensionistico che evidenziano una minor adesione rispetto a quella scontata nella Relazione Tecnica di accompagnamento alla legge. Nel periodo considerato, il valore della maggiore spesa complessiva derivante dalle misure in questione, alla luce delle quantificazioni iniziali effettuate nella predisposizione del suddetto decreto legge, avrebbe potuto al massimo raggiungere i 20 miliardi di euro. Tenendo conto dei dati più aggiornati del monitoraggio sulla misura in questione, i costi complessivi saranno invece sensibilmente inferiori a tale cifra. “Una tematica – ha commentato il commercialista Lamberto Mattei – che deve essere tenuta sotto stretta osservazione in quanto spesso i dati reali non coincidono con le ipotesi”.

Entrate tributarie: gettito di 250.143 milioni di euro nei primi sette mesi del 2019

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Roma – Nel periodo gennaio–luglio 2019, le entrate tributarie erariali accertate in base al criterio della competenza giuridica ammontano a 250.143 milioni di euro, segnando un incremento di 1.181 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+0,5%). Il dato continua a essere condizionato dalla variazione negativa del 2,3%, registrata nel trascorso mese di febbraio, determinata dall’andamento dei versamenti dell’imposta sostitutiva sui risultati delle gestioni individuali di portafoglio (-665 milioni di euro) e dell’imposta sostitutiva dovuta sulle forme pensionistiche complementari ed individuali (-712 milioni di euro). Ne ha dato notizia lo Studio Sarcc del commercialista Lamberto Mattei, in seguito ad una ricerca da fonti ministeriali che prosegue:

Il mese di luglio registra minori entrate pari a 646 milioni di euro (-1,3%) rispetto allo stesso mese dello scorso anno. L’andamento è stato determinato dalla diminuzione delle entrate delle imposte autoliquidate che hanno registrato per l’Irpef – 24,9% e per l’Ires -1,0%. Questi ultimi dati, tuttavia, devono essere analizzati alla luce della proroga, al 30 settembre, dei termini di versamento per i soggetti che svolgono attività economiche per le quali sono stati approvati gli indicatori sintetici di affidabilità (ISA).
Di conseguenza il confronto con l’anno passato risulta non omogeneo.

IMPOSTE DIRETTE
Le imposte dirette risultano pari a 135.833 milioni di euro, con una diminuzione di 548 milioni di euro (-0,4%) rispetto al medesimo periodo del 2018. Il gettito Irpef mostra una crescita dell’1,3% (+1.358 milioni di euro) che riflette l’andamento delle ritenute IRPEF sui lavoratori del settore privato (+1.889 milioni di euro, pari a +3,9%) e sui dipendenti del settore pubblico (+1.301 milioni di euro, pari a +3,0%).

Tra le altre imposte dirette si segnala la riduzione dell’imposta sostitutiva sui redditi e delle ritenute sugli interessi e altri redditi di capitale (-264 milioni di euro, -4,7%), dell’imposta sostitutiva sui redditi da capitale e sulle plusvalenze (-729 milioni di euro, -80,6%) che rispecchia le performance negative dei mercati nel corso del 2018. Anche l’imposta sostitutiva sul valore dell’attivo dei fondi pensione mostra una diminuzione di 778 milioni di euro che riflette i risultati negativi dei rendimenti medi ottenuti nel 2018 dalle diverse tipologie di forme pensionistiche complementari.

IMPOSTE INDIRETTE
Le imposte indirette, che ammontano a 114.310 milioni di euro, registrano una variazione positiva di 1.729 milioni di euro (+1,5%). Il risultato è legato all’andamento del gettito dell’IVA (+2.053 milioni di euro, +3,1%) e, in particolare, alla componente di prelievo sugli scambi interni che registra un incremento di 2.127 milioni di euro (+3,6%), mentre diminuisce il gettito sulle importazioni (-74 milioni di euro, -0,9%).

L’imposta sulle assicurazioni segna una diminuzione del 19,7% determinata, nel mese di luglio, dal recupero del maggiore acconto versato nel 2018 per effetto dell’aumento dell’aliquota, dal 40% al 58%, previsto dalla legge finanziaria per il 2018. L’imposta di bollo mostra un calo di 412 milioni di euro (-9,2%) dovuto anche alle nuove disposizioni, in vigore dal 1 gennaio 2019, che hanno modificato le modalità di versamento dell’imposta sulle fatture elettroniche e l’imposta di registro mostra una diminuzione di 135 milioni di euro (-4,4%).

ENTRATE DAI GIOCHI
Nei primi sette mesi dell’anno, le entrate dai giochi ammontano a 9.056 milioni di euro (+6,7%).

ENTRATE DA ACCERTAMENTO E CONTROLLO
Le entrate tributarie erariali derivanti dall’attività di accertamento e controllo si attestano a 6.474 milioni di euro (+892 milioni di euro, +16,0%) di cui: 3.495 milioni di euro (+22,9%) sono affluiti dalle imposte dirette e 2.979 milioni di euro (+8,8%) dalle imposte indirette.

Sul sito del Dipartimento delle Finanze è disponibile il Bollettino delle entrate tributarie del periodo gennaio-luglio 2019, corredato dalle appendici statistiche e la relativa Nota tecnica che illustra in sintesi i principali contenuti del documento.