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Maggio 2019

Decreto sblocca cantieri, Lamberto Mattei (Studio Sarcc): “importante capire gli aspetti applicativi delle norme”

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Roma  29 mag 2019 – Più investimenti pubblici per far ripartire la crescita, con un’attenzione particolare alla messa in sicurezza e manutenzione delle infrastrutture (ponti, viadotti e gallerie), della rete viaria e degli edifici pubblici del Paese. Queste le motivazioni ufficiali con cui il Ministero dell’Economia e delle Finanze parla rispetto al cosiddetto decreto “sblocca cantieri”.  E’ stato varato nello scorso Aprile e proprio in queste ore c’è grande attesa per i lavori al Senato della Repubblica.  In pratica lo sblocca cantieri si prefigge l’obiettivo di semplificare e snellire le procedure di aggiudicazione, di aprire il mercato degli appalti pubblici alle PMI e una maggiore flessibilità procedurale per assicurare la promozione della concorrenza. Lo staff del commercialista Lamberto Mattei ha voluto raccogliere alcune informazioni di base per l’utilità dei lettori.

Tralalto proprio oggi mercoledì 29 maggio alle 15, è all’ordine del giorno dell’Aula il disegno di legge di conversione del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l’accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici (A.S. n. 1248). Le Commissioni riunite Lavori pubblici e Ambiente, martedì 28 maggio, ne hanno concluso l’esame conferendo mandato ai relatori, senatore Santillo e senatrice Faggi, a riferire favorevolmente all’Assemblea per l’approvazione del disegno di legge in esame, con le modifiche accolte nel corso dell’esame, con autorizzazione alla richiesta di svolgimento della relazione orale e all’effettuazione degli interventi di coordinamento e correzione formale che dovessero risultare necessari. I senatori D’Arienzo e Ferrazzi hanno preannunciato la presentazione di una relazione di minoranza.

Tra le principali misure ci sono la possibilità per le stazioni appaltanti di affidare i lavori sulla base di un progetto definitivo semplificato; l’introduzione di un regime semplificato per i contratti sotto soglia; la riduzione, da 90 a 60 giorni, del termine per il rilascio dei pareri obbligatori da parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici; la possibilità che le varianti di valore fino al 50 per cento del progetto possano essere approvate direttamente dal soggetto aggiudicatore, mentre per quelle di valore superiore interviene il CIPE; l’innalzamento fino a 15 anni della durata dei certificati rilasciati alle imprese esecutrici dalle stazioni appaltanti; la semplificazione della disciplina degli interventi strutturali in zone sismiche; e la possibilità di nominare commissari straordinari per i cantieri ritenuti prioritari.

Ma molte sono le valutazioni su queste normative sulla quale si stanno esprimendo associazioni di categoria, professionisti interessati, grandi aziende che operano nel settore delle Opere pubbliche. “Quello che deve essere valutato – spiega Lamberto Mattei – al di là del proposito di sblocco è l’effettiva attuazione normativa. L’Anac ha pubblicato un report molto interessante sul D.L. 32/2019 tanto che ha istituito uno specifico gruppo di lavoro. Le risultanze dell’Anac possono essere consultate nel link seguente:

ANAC-Prime-valutazioni-sul-D.L.-32-2019

Pubblicato il Rapporto sulla revisione straordinaria, restano margini per la razionalizzazione delle partecipazioni pubbliche

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Nel settore delle partecipazioni pubbliche lo Studio Sarcc ha svolto una ricerca relativa alla pubblicazione del rapporto ufficiale sulla revisione straordinaria. Il commercialista Lamberto Mattei con il suo staff rende noti i contenuti diramati anche dal Ministero stesso.

“Il Rapporto presenta un quadro degli esiti della revisione straordinaria ed illustra i dati quantitativi, comunicati alla banca dati del Dipartimento del Tesoro a gennaio 2019, relativi alle alienazioni delle partecipazioni da parte delle amministrazioni pubbliche e all’esercizio del diritto di recesso dalle società da esse partecipate.

Nel dettaglio, su un totale di 32.427 partecipazioni detenute dalle amministrazioni pubbliche, 18.124 sono risultate non conformi al TUSP e quindi avrebbero dovuto essere oggetto di provvedimenti di razionalizzazione. Fra queste ultime, per il 37% sono stati adottati interventi in tal senso; per quanto riguarda un ulteriore 46%, le amministrazioni hanno dichiarato di volerle mantenere senza prevedere interventi di razionalizzazione; mentre nessuna indicazione è stata data per il 17% delle partecipazioni residue.

Il Rapporto registra altresì che 3.117 partecipazioni sono state dichiarate cedibili dalle amministrazioni partecipanti. Per 572 casi (il 18% del totale) è stato comunicato il buon esito della procedura, anche a causa delle molteplici incertezze riscontrate nella prassi operativa di scelta della modalità di individuazione dei potenziali acquirenti.

Per 568 partecipazioni, inoltre, le amministrazioni hanno comunicato nei provvedimenti di revisione straordinaria la volontà di esercitare il diritto di recesso dalle società entro il 30 settembre 2018, ma soltanto in 178 casi (pari al 31%) è stato poi effettivamente comunicato l’esito positivo della procedura.

Le alienazioni e i recessi posti in essere hanno generato per le amministrazioni interessate introiti pari a circa 431 milioni di euro.

Ultimato il monitoraggio relativo alla revisione straordinaria, l’attività della Struttura continua con la rilevazione dei provvedimenti di razionalizzazione periodica delle partecipazioni, come previsto dall’articolo 20 del TUSP, nella consapevolezza, avvalorata dal Rapporto, che esiste un potenziale di ulteriori interventi di razionalizzazione sul sistema delle partecipazioni pubbliche che, se coerentemente realizzati, potrebbero determinare effetti di maggiore impatto sulla finanza pubblica”.

Evento in grande stile per i commercialisti italiani, Lamberto Mattei: “un approfondimento molto utile ed innovativo”

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Roma – Un incontro sicuramente importante quello di ieri mattina svoltosi nel prestigioso Hotel Nazionale in piazza di Montecitorio. Il commercialista Lamberto Mattei, al fianco del Sindacato Commercialisti italiani, ha etichettato l’evento come molto utile ed innovativo. “E’ stata una occasione di confronto e di arricchimento reciproco – ha spiegato Mattei alla stampa – poichè nelle relazioni, pur se centrate su argomenti differenti, si è percepito un comune denominatore per la nostra professionalità. Crescita per i commercialisti, sinergia con l’indubbio vantaggio per i contribuenti, che sono i veri protagonisti da tutelare”.  COMMERCIALISTI E GARANTE DEL CONTRIBUENTE: UN NUOVO APPROCCIO POSSIBILE è il tema che ha trattato il dottor Lamberto Mattei durante i lavori. Di seguito riportiamo integralmente il testo pubblicato nella raccolta de “Il Commercialista” che riassume tutti i contenuti del convegno:

“La funzione del Garante del Contribuente, – ha spiegato il commercialista Lamberto Mattei – così come disciplinato dall’articolo 13, comma 6 della L. 212/2000, è quella di intervenire, a seguito di istanza del Contribuente o su propria iniziativa, nel caso in cui vengano riscontrate fattispecie collegate a: “disfunzioni, irregolarità, scorrettezze, prassi amministrative anomale o irragionevoli o qualsiasi altro comportamento suscettibile di incrinare il rapporto di fiducia tra il cittadini e l’amministrazione finanziaria”. Quindi, la sua stessa funzione deve essere concepita sia come posta a tutela del contribuente sia come strumento di raccordo tra il cittadino e Il Commercialista – L ’amministrazione finanziaria nell’ambito delle procedure amministrative che li vedono come parti contrapposte dei procedimenti tributari. A distanza di circa un ventennio dall’entrata in vigore della norma che ne ha disciplinato i compiti e le funzioni, appare indubbio che le categorie di professionisti solitamente chiamate ad assumere le difese dei contribuenti nell’abito delle diverse fattispecie fiscali / tributarie che li interessano, raramente percepiscono l’Organismo in commento, quale strumento efficiente ed efficace a cui adire in via preordinata rispetto alle altre forme di difesa alternativamente proponibili ai contribuenti, ciò in quanto soventemente i meccanismi procedurali, i termini che ne scandiscono le azioni, e le diverse forme di responsabilità che ne dipendono (anche in ambito pubblico) non permettono attualmente di intravedere il Garante in tal senso. Invero, il “Garante del Contribuente”, alla luce della propria qualificazione, dell’autonomia funzionale e del proprio valore istituzionale, è chiamato ad assumere una funzione propulsiva nei confronti dell’Amministrazione Finanziaria affinché si assicuri il rispetto di tutte le garanzie previste dal legislatore a favore del Contribuente in ambito di accertamenti tributari verifiche fiscali, procedure liquidazioni di imposte e/o di crediti erariali ed in genere in tutte le procedure di riscossione. Lo stesso, ai sensi del art. 13 del citato decreto, autonomamente ovvero “[…] anche sulla base di segnalazioni inoltrate per iscritto dal contribuente o da qualsiasi altro soggetto interessato […]” ha il potere di attivare “le procedure di autotutela nei confronti di atti amministrativi di accertamento o di riscossione notificati al contribuente” svolgendo una funzione di carattere sollecitatorio diretto agli uffici finanziari che hanno emanato l’atto affinché, questi ultimi possano riesaminarlo alla luce delle sue considerazioni e pareri. L’attuale sistema normativo  – prosegue Mattei – prevede che in ogni caso, gli stessi Uffici Finanziari, mantengano l’autonomia e la discrezionalità tali, per cui possano in ogni caso discostarsi da parere del Garante, la cui iniziativa rimane in ogni caso non vincolante per le Agenzie fiscali, le quali adottano i provvedimenti di autotutela solo ove Esse stesse ne rilevino i presupposti. L’esame di tale Organismo non può prescindere dalla valutazione di suddetto strumento difensivo (L’AUTOTUTELA) del contribuente (ndr. oltreché strumento di ravvedimento e/o autocorrezione dei comportamenti non conformi alle norme da parte della P.A.), in quanto ad oggi, in ambito tributario, è l’unico strumento che sia il contribuente che la P.A. possono intraprendere in ogni momento, per l’annullamento o la rettifica di un provvedimento in corso di efficacia, in quanto ritenuto illegittimo, al fine di evitare l’alea ed i costi di un Giudizio. Ed è in seno a predetta procedura che si reputa fondamentale la figura del Garante in quanto costituisce un efficace e valido sostegno alle iniziative dei contribuenti. Tenendo conto dello spirito con cui il legislatore ha disciplinato tale istituto, lo stesso si ritiene debba essere revisionato, prevedendo l’inserimento dell’Organo “Garante del Contribuente”, in un sistema normativo strutturato affinché i pareri, le raccomandazioni ed i richiami emessi da quest’ultimo assumano carattere vincolante nei confronti delle parti del procedimento tributario per cui vengono richiesti, nonché costituiscano elemento valutabile a mò di prova dall’autorità giudiziaria ove la materia vertenziale sia sub judice. Quanto espresso si propone – conclude Mattei – quale innovazione atta a perseguire efficacemente la strategia della c.d. TAX COMPLIANCE finalizzata ad un innalzamento del livello di adempimento spontaneo nei confronti degli obblighi tributari e di conseguenza alla riduzione del TAX GAP e del livello del tasso di evasione fiscale, garantendo al cittadino certezza del diritto ed affidabilità delle procedure amministrative, nonché coadiuvando  i Funzionari di P.A. e P.G. nell’adozione delle relative legittime iniziative”.

Per visualizzare tutta la cronologia degli interventi Il commercialista edizione Maggio 2019

Piani individuali di risparmio attuativi in relazione alla legge di Bilancio 2019. L’approfondimento normativo alla luce del decreto ministeriale

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Roma – Il commercialista Lamberto Mattei, founder dello Studio Associato Sarcc di Roma  è in costante monitoraggio con il suo staff per gli approfondimenti normativi in ambito di economia e finanza. Relativamente dunque al decreto ministeriale pubblicato in collaborazione tra il Ministero dello Sviluppo economico e quello dell’economia e finanze, lo studio Sarcc ha dunque svolto una ricerca sui contenuti attuativi, gli effetti e le varie possibilità contenute anche nella legge di bilancio 2019. Arriva dunque in Gazzetta ufficiale l’atteso decreto attuativo della legge di Bilancio 2019 con la nuova disciplina in materia di Piani di risparmio a lungo termine (PIR).

“Introdotti con la Legge di Bilancio 2017, – si legge nella ricerca ministeriale –  i PIR sono Piani individuali di Risparmio i cui rendimenti beneficiano di un regime di esenzione fiscale se detenuti per almeno 5 anni e se rispettano alcune condizioni, fra le quali: almeno il 70% del piano sia investito in strumenti finanziari emessi da società italiane (o UE/SEE con stabile organizzazione in Italia); di questo 70% almeno il 30% sia investito in società non quotate sul FTSE MIB o indici equivalenti. Possono essere sottoscritti solo da persone fisiche residenti nel Paese e nel limite di 30 mila euro annui e di 150 mila euro totali.

La Legge di Bilancio 2019 ha voluto incentivare gli investimenti nelle Piccole medie imprese, una delle colonne portanti dell’economia italiana, prevedendo che, oltre ai vincoli esistenti, i PIR dovranno investire almeno il 5% del 70% (quindi il 3,5%) del piano in fondi di venture capital (FVC), definiti come OICR italiani o con sede UE che destinano almeno il 70% dei capitali raccolti in favore di PMI ammissibili, ed un altro 5% del 70% in strumenti finanziari ammessi alla negoziazione in sistemi multilaterali di negoziazione emessi da PMI ammissibili.

Alla luce delle nuove misure, la Legge di Bilancio ha subordinato l’applicazione delle nuove norme al rispetto della disciplina europea in materia di aiuti di Stato – Regolamento 651/2014/UE che definisce le condizioni affinché taluni aiuti di Stato siano compatibili con il Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea. Ecco i punti principali del decreto attuativo del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, che disciplina la materia dei Piani Individuali di Risparmio.

CONDIZIONI DI ACCESSO AGLI AIUTI PER LE PMI

Le Pmi oggetto della misura (quelle con meno di 250 dipendenti, con un fatturato annuo inferiore ai 50 milioni di euro e/o con un totale di bilancio inferiore ai 43 milioni, ammesse alle negoziazioni sui sistemi multilaterali di negoziazione) possono ricevere risorse a titolo di finanziamento del rischio per un importo massimo di 15 milioni di euro. Gli intermediari presso i quali sono costituiti i Pir devono quindi acquisire dalle Pmi una dichiarazione che attesti che l’impresa non abbia ricevuto risorse finanziarie a titolo di aiuto di Stato per il finanziamento del rischio superiori a 15 milioni di euro. Dalla stessa dichiarazione deve risultare che la Pmi non quotata in un mercato regolamentato, non ha operato in alcun mercato, vi opera da meno di sette anni dalla prima vendita commerciale, oppure necessita di un investimento iniziale per il lancio di un nuovo prodotto o l’ingresso in un nuovo mercato superiore al 50% del fatturato medio annuo degli ultimi 5 anni. I fondi di venture capital sono tenuti a fornire una dichiarazione agli intermediari presso i quali sono costituiti i Pir che attesti che il fondo stesso rispetti i requisiti previsti dalla Legge di Bilancio 2019.

INVESTIMENTI AMMISSIBILI

Per il calcolo della quota del 5% del valore complessivo degli investimenti qualificati in strumenti finanziari ammessi alle negoziazioni emessi dalle Pmi e della quota del 70% dei capitali raccolti dai fondi per il venture capital, si considerano ammissibili gli strumenti in equity (conferimento di capitale) e quasi equity (finanziamento che si colloca fra equity e debito, come obbligazioni subordinate o convertibili). Allo stesso tempo, per la quota del Piano di risparmio a lungo termine da investire in Pmi, si considera anche l’impegno assunto a sottoscrivere gli strumenti finanziari, anche nell’ambito di una Offerta pubblica iniziale (IPO). Per il calcolo delle quote da destinare ai fondi per il venture capital rileva l’impegno vincolante di sottoscrizione delle quote complessivamente assunto (commitment).

INVESTIMENTI ULTERIORI NELLE PMI

E’ prevista la possibilità di effettuare investimenti ulteriori nelle Pmi, nel caso in cui l’impresa non abbia superato i 15 milioni di euro di finanziamenti, il piano aziendale ne preveda la possibilità e l’impresa non sia diventata collegata con un’altra, a meno che la nuova impresa non mantenga le dimensioni di una Pmi. E’ inoltre possibile acquistare quote o azioni di una Pmi da un investitore precedente solo insieme ad un apporto di nuovo capitale, pari almeno al 50% dell’ammontare complessivo dell’investimento.

MONITORAGGIO DEL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

Trascorsi sei mesi dalla data di pubblicazione del presente decreto, il Ministero dello Sviluppo Economico provvederà al monitoraggio degli effetti prodotti dalle misure sull’entità della raccolta e sul numero delle negoziazioni, anche al fine di valutare l’opportunità di interventi normativi ulteriori.

DECORRENZA DELLE DISPOSIZIONI

Le previsioni del decreto ministeriale si applicano ai piani di risparmio a lungo termine costituiti dal primo gennaio 2019. L’investitore che ha investito in un PIR costituito prima del 2019, può comunque continuare a incrementarlo nei limiti quantitativi e qualitativi (relativamente ai vincoli di investimento qualificato) previsti dalla disciplina PIR vigente al 31 dicembre 2018″.

Iniziative Sdebitalia: “colloqui a Roma per le selezioni di incarico a livello metropolitano, regionale, municipale e province.

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Roma – Nuove opportunità con la Rete di Sdebitalia, che sta selezionando per Roma capitale e per la Regione Lazio i  Responsabili dei Municipi, de comuni e delle Province. “Si tratta – spiega il commercialista Lamberto Mattei – di una iniziativa molto importante che vede potenziare l’Associazione di Sdebitalia in tutta la nostra regione. Un modo per avere competenze al servizio dei cittadini e nel contempo per generare nuove opportunità in un settore in costante crescita”.

L’appuntamento è per venerdì 10 maggio alle ore 18.30 in via Sallustiana 27/a per un colloquio informativo.

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Entrate tributarie: il commercialista Lamberto Mattei: “nel primo trimestre 2019 gettito di 97,4 miliardi (+0,5%)”.

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Roma – Nel periodo gennaio-marzo 2019, le entrate tributarie erariali accertate in base al criterio della competenza giuridica ammontano a 97.480 milioni di euro, segnando un incremento di 477 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+0,5%). E’ quanto emerge da una ricerca di aggiornamenti svolta dallo Studio Associato Sarcc di Roma di cui è founder il commercialista Lamberto Mattei. “Siamo in constante attività – ha affermato Mattei – tenendo conto che serve un monitoraggio costante degli andamenti seguendo fonti di ricerca ufficiali e quindi ministeriali. Poi da quei dati, il nostro staff svolge una serie di verifiche per obiettivi ed elaborare quindi proposte sia nell’interesse dei contribuenti italiani che della nostra categoria professionale dei commercialisti. Nei prossimi convegni – conclude Mattei – previsti nelle Marche e a Roma presso la Camera dei Deputati, approfondiremo ulteriormente l’argomento”. Questo l’esito di ricerca:

Il dato di cui sopra,  risulta condizionato dalla variazione negativa del 2,3%, registrata nel trascorso mese di febbraio, determinata dall’andamento dei versamenti dell’imposta sostitutiva sui risultati delle gestioni individuali di portafoglio (-655 milioni di euro) e dell’imposta sostitutiva dovuta sulle forme pensionistiche complementari ed individuali (-712 milioni di euro).

Il mese di marzo, comunque, registra maggiori entrate pari a 253 milioni di euro (+0,8%) rispetto allo stesso mese dello scorso anno.Le imposte dirette risultano pari a 53.858 milioni di euro, con una diminuzione di 614 milioni di euro (-1,1%) rispetto al medesimo periodo del 2018. Il gettito IRPEF mostra una crescita del 3,1% (+1.521 milioni di euro) che riflette l’andamento delle ritenute IRPEF sui lavoratori del settore privato (+871 milioni di euro, pari a +3,8%) e sui dipendenti del settore pubblico (+929 milioni di euro, pari a +4,3%).

Tra le altre imposte dirette si segnala la riduzione dell’imposta sostitutiva sui redditi e delle ritenute sugli interessi e altri redditi di capitale (-530 milioni di euro, pari a -30,5%), dell’imposta sostitutiva sui redditi da capitale e sulle plusvalenze (-684 milioni di euro, pari a -96,6%) che rispecchia le performance negative dei mercati nel corso del 2018. Anche l’imposta sostitutiva sul valore dell’attivo dei fondi pensione mostra una diminuzione di 775 milioni di euro che riflette i risultati negativi dei rendimenti medi ottenuti nel 2018 dalle diverse tipologie di forme pensionistiche complementari.

Le imposte indirette, che ammontano a 43.622 milioni di euro, registrano una variazione positiva di 1.091 milioni di euro (+2,6%). Il risultato è legato all’andamento del gettito dell’IVA (+1.147 milioni di euro, pari a +4,7%) e, in particolare, alla componente di prelievo sugli scambi interni che registra un incremento di 1.259 milioni di euro, mentre diminuisce il prelievo sulle importazioni (-112 milioni di euro, pari a -3,2%).

L’imposta sulle assicurazioni segna un incremento di 18 milioni di euro, mostrano invece andamenti negativi sia l’imposta di bollo (-158 milioni di euro) sia l’imposta di registro (-53 milioni di euro).

Nel primo trimestre dell’anno, le entrate dai giochi ammontano a 3.940 milioni di euro (+5,9%).

Le entrate tributarie erariali derivanti dall’attività di accertamento e controllo si attestano a 2.076 milioni (+107 milioni di euro, pari a +5,4%) di cui: 989 milioni di euro (-72 milioni di euro) sono affluiti dalle imposte dirette e 1.087 milioni di euro (+179 milioni di euro) dalle imposte indirette.

 

In arrivo i nuovi tagli di banconote da 200 euro

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Roma – Interessanti novità  riguardano il settore economico-finanziario italiano, tra qualche giorno infatti saranno messe in circolazione le nuove banconote da 100 e 200 euro. I nuovi biglietti andranno a completare l’emissione della serie Europea, che stando a quanto comunicato da esperti di settore offre una migliore protezione dalla falsificazione, rendendo le banconote in euro ancora più sicure.

I nuovi tagli dunque sono anche più resistenti rispetto alla serie precedente. Le nuove banconote dovranno essere sostituite meno frequentemente con conseguente riduzione dei costi e minore impatto ambientale.  Inoltre in un video diffuso dalla Banca Centrale Europea,  è stato evidenziato come la nuova carta  possa resistere ad alte temperature ed altri agenti atmosferici. 

L’ologramma con satellite è la particolare caratterizzazione di sicurezza  per queste nuove  banconote, che saranno già in circolazione dal prossimo 28 maggio 2019.

 

Competenze e immagine dei commercialisti, interessante convegno a Roma presso la Camera dei Deputati

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Roma – Ridefinire  il perimetro delle competenze  e riposizionare  l’immagine dei Commercialisti, è questo il tema di un interessante convegno organizzato dallo Studio Sarcc di cui è founder il commercialista Lamberto Mattei impegnato da sempre in prima linea per la tutela dei contribuenti e per la categoria professionale dei commercialisti. “Con questo evento in particolare – ha dichiarato Mattei alla stampa nazionale – vogliamo porre l’attenzione anche sulle limitazioni di responsabilità negli incarichi per la nostra categoria professionale, e ci sarà anche uno spazio dedicato alle proposte per la ripresa economica. Avrò modo di soffermarmi nella mia relazione specificamente sui rapporti intercorrenti tra il Garante del Contribuente ed i commercialisti italiani. Con questo convegno – conclude Mattei – aggiungiamo dunque un ulteriore tassello ad un mosaico di approfondimenti che si sta portando avanti con grande determinazione e partecipazione”.

 

Roma, 16 Maggio 2019

HOTEL NAZIONALE – piazza Montecitorio, 131

Inizio ore 9,00 termine ore 13,00

 

Saluti istituzionali  del Presidente del Consiglio Nazionale : Dott. Massimo Miani

 

Domenico CALVELLI (Presidente Ordine di Biella e  Presidente Coordinamento Ordini Piemonte e Valle d’Aosta)

La possibile limitazione di responsabilità negli incarichi di revisore legale e sindaco

 

Alessandro CERATI (Consigliere Nazionale ANDC)

 Giovanni IACCARINO (Commercialista e Giudice Tributario)

La riforma del contenzioso tributario proposta dai Commercialisti

Andrea FERRARI – (Presidente AIDC)

Il Commercialista incaricato di pubblico servizio in ottica di sussidiarietà

 

Filippo MANGIAPANE – (Commercialista in Perugia e formatore)

Il Commercialista ed il contratto di cessione e affitto di azienda

 

Marco ERTMAN – (Commercialista Delegato Economia e Fisco CIFA)

Dai Commercialisti : proposte per la ripresa economica

 

Lamberto MATTEI – (Commercialista in Roma e formatore)

Antonina  TRICAMO – (Associato studio SARCC)

Commercialisti e Garante del Contribuente. Un nuovo approccio possibile

 

Nicola VERNAGLIONE – (Commercialista in Milano e Docente)

Commercialisti e “Scouting” professionale

Antonella LA PORTA – (Presidente FIDDOC)

Il ruolo della Federcommercialisti

 

Modera l’incontro Stefano SFRAPPA

Presidente del Sindacato italiano Commercialisti

 

Hanno inoltre assicurato la loro presenza :

Sen. Andrea De Bertoldi

Segretario Commissione Finanze del Senato

 

On. Alberto Luigi Gusmeroli

Vice Presidente Commissione Finanze Camera dei Deputati

 

Sono stati richiesti i crediti formativi in corso di assegnazione