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Artigianato a Roma, Lamberto Mattei: “agire e tutelare produzione tipica”

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Roma – Nella trasmissione televisiva su Teleroma2 (Istituzioni e cittadini su youtube)  andata in onda ieri e visualizzabile in streaming cliccando qui,  il dottore commercialista Lamberto Mattei, presidente di Confimprese Roma, ha affrontato il delicato tema dell’artigianato a Roma. Con passione e consapevolezza, Mattei ha sottolineato l’importanza di recuperare e valorizzare il settore artigianale, considerandolo un patrimonio ricco di storia, tradizione ed un fondamentale motore per l’occupazione.

L’analisi dell’importanza del lavoro creativo artigiano:

Lamberto Mattei ha messo in luce l’importanza del lavoro creativo artigiano, evidenziando come le botteghe tradizionali stiano lentamente scomparendo. Ha sottolineato che queste botteghe non sono solo luoghi di produzione, ma veri e propri custodi di antiche tecniche e mestieri che costituiscono il tessuto culturale e storico della città di Roma.

Il presidente di Confimprese Roma ha ribadito ha posto l’attenzione sul settore che deve essere visto non solo come  attività economica, ma ch costituisce bensì un valore intrinseco che contribuisce alla costruzione dell’identità locale. “Le abilità artigianali tramandate di generazione in generazione – ha affermato – rappresentano un legame tangibile con il passato e contribuiscono a definire la peculiarità di una comunità.

La scomparsa delle botteghe tradizionali:

Mattei ha evidenziato con preoccupazione il progressivo declino delle botteghe tradizionali a Roma. L’urbanizzazione crescente, la concorrenza di produzioni industriali e la mancanza di incentivi mirati stanno contribuendo alla chiusura di molte di queste attività. Questa perdita non riguarda solo l’economia, ma anche il tessuto sociale e culturale della città.

Serve impegno per progetti ed incentivi di settore:

Mattei nel corso d programma ha enfatizzato la necessità di un impegno concreto per preservare e rilanciare l’artigianato a Roma. Ha sottolineato l’importanza di progetti volti a supportare le botteghe tradizionali, promuovendo la formazione delle nuove generazioni e offrendo incentivi economici per garantire la sopravvivenza di queste attività.

Inoltre, ha suggerito la’emanazione di leggi e politiche di incentivi fiascali eprogrammi di finanziamento dedicati. Un dialogo costante tra istituzioni, imprenditori e artigiani potrebbe portare a soluzioni concrete per preservare il ricco patrimonio artigianale di Roma.

 

2024, Lamberto Mattei: “serve maggiore impegno per la tutela di piccole e medie imprese”

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Roma – Inizia un nuovo anno e c’è molta apprensione per il futuro delle piccole e medie imprese. A tal proposito Uffici Stampa Nazionali ha intervistato il dott. Lamberto Mattei, da sempre impegnato a tutto campo su questo fronte, ecco l’intervista:

D. Buongiorno, Dott. Mattei. Grazie per essere qui con noi oggi. Per iniziare, vorremmo sentire la sua opinione riguardo al panorama economico attuale per le piccole e medie imprese nel 2024.

Dott. Mattei: Riguardo al panorama economico, posso dire che le PMI svolgono un ruolo cruciale nell’attuale contesto. Tuttavia, è necessario un maggiore impegno per la loro tutela.

D.: Può approfondire il concetto di “maggiore impegno”?

Dott. Mattei: Certamente. Le PMI sono il motore dell’economia e, per garantire la loro crescita, è fondamentale un costante monitoraggio e un impegno continuativo da parte delle istituzioni. In particolare, vedo la necessità di norme più snelle che possano essere un reale supporto alle aziende. La burocrazia spesso rallenta l’operatività delle imprese, e norme più flessibili favorirebbero la loro agilità.

D.: Come potrebbero essere implementate queste norme più snelle?

Dott. Mattei: Un approccio potrebbe essere semplificare i processi amministrativi, ridurre gli oneri fiscali e semplificare le procedure di accesso al credito. Inoltre, si potrebbe considerare l’introduzione di incentivi per la formazione e l’innovazione all’interno delle PMI.

D.: Lei ha menzionato l’importanza del monitoraggio costante. In che modo questo può essere realizzato?

Dott. Mattei: Un sistema di monitoraggio costante potrebbe essere implementato attraverso la collaborazione tra le istituzioni, gli enti di controllo e gli stessi professionisti, come i commercialisti. La condivisione tempestiva di dati e informazioni permetterebbe di individuare eventuali criticità in modo rapido, permettendo interventi mirati.

D.: Qual è il legame tra la crescita delle aziende e la generazione di produttività ed occupazione?

Dott. Mattei: Quando le PMI crescono, investono in nuovi progetti, assumono più personale e contribuiscono all’innovazione. Ciò si traduce in un aumento della produttività complessiva del sistema economico e, di conseguenza, in un incremento delle opportunità di occupazione.

D.: Infine, quali sono le sue previsioni per il futuro delle PMI nel contesto economico del 2024?

Dott. Mattei: Sono ottimista sulle prospettive delle PMI, ma è essenziale che vengano adottate misure concrete per supportarle. Con norme più snelle, incentivi all’innovazione e una maggiore collaborazione tra le parti interessate, credo che le PMI possano svolgere un ruolo ancora più significativo nello sviluppo economico.

Occupazione, Lamberto Mattei (Confimprese Roma): “serve equilibrio per la formazione giovanile”

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ROMA – Molteplici le tematiche trattate durante la trasmissione condotta dal giornalista Luigi Sambucini su “La Voce Tv” e che sarà trasmessa in chiaro questa sera Martedì 12 dicembre 2023  alle ore 21.10 su Extra Tv (canale 194). Il Dott Lamberto Mattei è intervenuto in rappresentanza di Confimprese Roma Capitale e nei suoi interventi ha espresso,la necessità di far corrispondere sempre adeguate proposte di soluzione alle singole problematiche. Il tema in trattazione è stato amplissimo, dal Pnnr, al Giubileo 2025, ed al fallimento di Expo 2023 nel contesto delle prospettive per la capitale romana.

Mattei ha centrato i suoi interventi sulla necessità di riqualificare la scuola, la formazione specifica per i giovani con lo scopo di indirizzarli ad opportunità di lavoro concrete. “Serve un equilibrio normativo anche per chi assume, un periodo di formazione necessario è di almeno due anni. Ed è proprio in questa fase che le norme devono intervenire in semplificazione”.

“Abbiamo il dovere – ha spiegato Mattei alla stampa nazionale – di approfondire queste tematiche, com Confimprese Roma Capitale siamo impegnati ogni giorno nella individuazione di specifici progetti che costituiscano una boccata di ossigeno per le imprese, con ricadute positive sul contesto occupazionale. Ci aspettano importanti sfide nella nostra città metropolitana, dobbiamo  però essere pronti a vincerle, e non basta solo la politica, serve la competenza tecnica”.

La trasmissione è stata molto interessante nel suo complesso, e può essere visualizzata cliccando sul link sottostante.

 

 

Femminicidi e violenze, Lamberto Mattei: “urgono leggi severe per contrastare il grave fenomeno”

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Roma 19 nov 2023 – Urgono leggi severe per contrastare la violenza e i femminicidi, lo afferma il dottore commercialista Lamberto Mattei: “Siamo attoniti nel dover registrare ancora una tragedia come quella accaduta ieri nel Veneto. Una giovane ragazza in procinto di laurearsi ha visto spezzata brutalmente la sua vita, ed era in procinto di laurearsi.

La violenza di genere e i femminicidi rappresentano una piaga sociale diffusa in tutto il mondo, un fenomeno che colpisce le donne in maniera indiscriminata, trasgredendo i confini culturali, economici e sociali. Per affrontare questa emergenza, è imperativo che le istituzioni adottino leggi severe che fungano da deterrente e garanzia per la protezione delle vittime. In questo contesto, l’importanza di normative rigorose diventa cruciale per porre fine a un ciclo di violenza che continua a mietere vittime ogni giorno.

  1. Contesto attuale: La crescente consapevolezza riguardo alla violenza di genere ha portato molte società a riconoscere l’urgenza di affrontare questo problema con azioni concrete. Tuttavia, la realtà ci mostra che le leggi attualmente in vigore spesso risultano insufficienti nell’assicurare la giustizia e prevenire nuovi atti di violenza. Il fenomeno dei femminicidi richiede un intervento normativo immediato e incisivo.
  2. La necessità di leggi severe: L’adozione di leggi più severe è essenziale per creare un deterrente efficace contro la violenza di genere e i femminicidi. Le normative dovrebbero prevedere pene più severe per chi compie questi reati, garantendo che i responsabili affrontino le conseguenze delle proprie azioni in modo proporzionato alla gravità del crimine commesso.
  3. Protezione delle vittime: Le leggi devono anche concentrarsi sulla protezione delle vittime, offrendo misure di sicurezza adeguate e un sostegno psicologico tempestivo. È fondamentale creare un ambiente in cui le vittime si sentano incoraggiate a denunciare i crimini subiti, senza timore di rappresaglie o di essere ignorate dalle autorità competenti.
  4. Educazione e sensibilizzazione: Parallelamente all’implementazione di leggi più severe, è necessario investire in programmi educativi mirati a sensibilizzare la società sulla gravità della violenza di genere. La sensibilizzazione è fondamentale per promuovere una cultura di rispetto reciproco e per sradicare gli stereotipi di genere che alimentano comportamenti violenti.
  5. Collaborazione internazionale: La lotta contro la violenza di genere e i femminicidi richiede un impegno globale. La collaborazione internazionale può contribuire a condividere buone pratiche, esperienze e risorse, facilitando la creazione di normative più efficaci e una risposta più coordinata a livello mondiale.
  6. Monitoraggio e applicazione: L’efficacia delle leggi dipende anche dalla loro corretta applicazione e dal monitoraggio costante. È fondamentale garantire che le forze dell’ordine e il sistema giudiziario siano adeguatamente preparati per gestire casi di violenza di genere in modo sensibile e tempestivo.

In sintesi, l’urgente necessità di leggi severe per contrastare la violenza di genere e i femminicidi è un passo essenziale per proteggere le donne e porre fine a un problema che ha radici profonde nella società. Solo attraverso un impegno concreto da parte delle istituzioni e della società nel suo complesso sarà possibile creare un ambiente sicuro e rispettoso per tutti, contribuendo così a costruire una società più equa e giusta per le generazioni future.

Igienisti dentali, Lamberto Mattei: “convegno Sidi occasione di crescita professionale”

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Roma 15 nov. 2023 – E’ stato organizzato dal S.I.D.I. coordinato dal dott. Gianfranco Sorgente un interessante convegno- congresso di formazione sul tema  “Evoluzione della professione dell’Igienista Dentale. Cosa c’è di nuovo” . L’appuntamento è per sabato 2 dicembre 2023 per una intera giornata di approfondimento nella prestigiosa sede del Green Park Hotel Pamphili, in Largo Lorenzo Mossa 4 a Roma.

“Il nostro Studio Associato Sarcc di Roma è partner di questo evento – spiega il dottore commercialista Lamberto Mattei – che si inserisce a pieno titolo con le attività Sidi per la formazione e la crescita nel settore degli igienisti dentali. Da anni il dott. Sorgente è impegnato su questo fronte riuscendo ad ottenere brillanti risultati per la caratterizzazione di questa imporante professione. Nel corso del convegno gli autorevoli e qualificati relatori forniranno ai partecipanti, una serie di spunti normativi, ma anche teorico-pratici di formazione clinica specifica. Questa professione, infatti, deve essere valorizzata sempre di più in relazione al ruolo che riveste nel settore professionale odontoiatrico.  Gli igienisti dentali – prosegue Mattei – svolgono un ruolo chiave nella prevenzione delle malattie orali. Attraverso l’istruzione dei pazienti sul corretto regime di igiene orale, la pulizia professionale dei denti e la promozione di pratiche sane, contribuiscono a ridurre il rischio di carie, malattie gengivali e altri problemi dentali.”

La salute orale. infatti è strettamente collegata alla salute generale del corpo. Le infezioni orali possono avere impatti su altre parti del corpo, come il cuore e i polmoni. Gli igienisti dentali aiutano a prevenire queste complicazioni contribuendo a mantenere la bocca sana e riducendo il rischio di malattie sistemiche associate.

“E sono proprio loro – riprende Mattei – i professionisti che trascorrono più tempo con i pazienti durante le visite. Questo tempo extra consente  di instaurare relazioni più strette con i pazienti, ascoltarli attentamente e rispondere alle loro domande. Questo supporto si rivela  essere sempre di piu’ fondamentale per rassicurare i pazienti, incoraggiarli a mantenere una corretta igiene orale e affrontare eventuali preoccupazioni”.

Durante le pulizie e gli esami, gli igienisti dentali possono anche  individuare segnali precoci di problemi dentali, come la formazione di placca, il deterioramento dello smalto o l’infiammazione gengivale. Il rilevamento precoce consente un intervento tempestivo per prevenire lo sviluppo di condizioni più gravi.

Gli igienisti dentali sono spesso impegnati nell’aggiornare costantemente le proprie conoscenze e competenze per rimanere al passo con le ultime scoperte e metodologie nel campo dell’odontoiatria. Questa educazione continua è essenziale per fornire ai pazienti le informazioni più aggiornate e le migliori pratiche per mantenere la salute orale.

 

 

La partecipazione all’evento del 3 dicembre è prevista previo accredito, ulteriori informazioni possono essere richieste alla seguente mail: segreteriasidi@gmail.com

 

Questo il programma della giornata:
Ore 08:45-09:00 Registrazione partecipanti
Ore 09.00 – 09.15 Saluto ai partecipanti Presidenti
del Congresso ed Autorità
Moderatori:
Ore 09.15 – 10.15 Prof. Adriano Piattelli
Dott. Alessandro Cipollina
“ Biofisica e risposta tissutale: evidenza e clinica
sui tessuti parodontali e perimplantari ”
Ore 10.15 – 10.30 Dott. Piero Trabalza
La prevenzione obiettivo presente e futuro
Ore 10.30 – 11.00 Prof. Francesca Riva
“Una diagnostica semplice, una terapia sicura”
Ore 11.00– 11.30 Coffe break libero
Moderatori:
Ore 11.30 – 12.15 Prof. ssa Loredana Cerroni
Effetto della terapia parodontale non chirurgica sul
profilo lipidico:
supporto degli integratori alimentari.
Ore 12.15 – 12.30 Dott.ssa Laura Vecchione
“Implant&Perio Protection Plan”.
Ore 12.30 – 13.00 Alberto Scudier
“Esigenze ed evoluzione delle polveri”
Ore 13.00 – 14.00 Pranzo offerto da SIDI
Moderatori:
Ore 14.00 – 14.40 Prof. ssa Iva Milinkovic
Uso aggiuntivo degli antimicrobici nel trattamento
parodontale
Ore 14.40 – 15.10
Dott.ssa Elisa Pierozzi
”La gestione non chirurgica del paziente affetto da
parodontite di stadio 1-3”
Moderatori:
Ore 15.10 – 15.40 Dott. Alessandro Salucci
Effetto di materiali remineralizzanti su denti
decidui
Ore 15.40 – 16.10 Dott. Francesco Costa
Terapia parodontale non chirurgica: l’evoluzione
strumentale fino ai giorni nostri”
Ore 16.10 – 16.40 Dott. Alberto Castaldo
La parodontologia del III millennio: siamo
realmente all’inizio di una nuova era….oppure no!?
Ore 16,40 Fine lavori e consegna attestati
Ore 16.40 Bingo con omaggi offerto dalla aziende
Buono acquisto di €300,00 offerto da LDA- Frosinone
Corso per ASO in sala parallela 9-13:
0re 8.30 Accoglienza
0re 9.00 Presentazione
Ore 9.30-11.00 Assistenza in implantologia
Maurizio Di Santo (Sweden e Martina)
Ore 11.30-13.00 Manutenzione autoclave ed importanza della
Rintracciabilità
Dott. Pierangel Russo (W&H Italia srl)
Ore 14.00- 16.30 Il ruolo dell’ASO nell’Odontoiatria
Pediatrica ed estetica
Dott.ssa Maria Grazia Marchesi

 

Trust, Lamberto Mattei: “se costuituito all’estero trascrivibile in Italia solo con deposito notarile”

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Roma – Qualora l’atto istitutivo di un trust sia stato stipulato all’estero, in difetto di deposito di detto atto presso un archivio notarile o presso un notaio italiano, non è trascrivibile nei registri immobiliari l’atto stipulato in Italia per identificare gli immobili devoluti in trust.

E’ quanto ritenuto dal tribunale di Firenze con uno specifico  decreto del 31 ottobre 2023 che così si è espresso: “l’art. 106 n. 4 della Legge notarile stabilisce che nell’archivio notarile sono depositati e conservati gli originali e le copie degli atti pubblici e delle scritture private autenticate in Stato estero prima di farne uso nel territorio dello Stato italiano, sempre che non siano già depositati presso un notaio esercente in Italia; la norma persegue il fine che l’atto formato all’estero, prima di essere utilizzato in Italia, sia assoggettato ad un controllo di legalità formale e sostanziale da parte di un notaio (o di un conservatore di un archivio notarile, n.d.r.); è pacifico che l’atto istitutivo del trust cui fa riferimento l’Atto identificativo in questione non è stato depositato in Italia; non vi è quindi ragione di trascrivere un atto quale quello di cui al reclamo che non ha una sua autonoma individualità e che è finalizzato esclusivamente ad individuare i beni oggetto di devoluzione con un atto istitutivo di trust che al momento non può essere usato in Italia“.

Ai fini di un’adeguata comprensione della decisione si ricostruiscono di seguito la vicenda che ha portato alla pronuncia e il quadro normativo in cui la stessa si inserisce.

I fatti in narrazione: 
Un cittadino italiano, residente a Firenze e proprietario di immobili siti in Firenze, ha istituito un trust – e a tale trust ha devoluto gli immobili di cui è proprietario – con atto autenticato nelle firme da un notaio di Lugano (Confederazione Elvetica) e regolarmente munito di apostille, per il suo utilizzo al di fuori della Confederazione Elvetica, secondo quanto previsto dalla Convenzione dell’Aja del 5 ottobre 1961.
Ha richiesto quindi ad un notaio di Cremona di ricevere un “Atto identificativo di immobili devoluti in trust” con il quale individuare ai fini della trascrizione gli immobili dallo stesso devoluti nel predetto trust.

Il notaio ha manifestato al richiedente dubbi circa la trascrivibilità di un atto del genere, ma alla fine lo ha comunque ricevuto, avendo tuttavia cura di precisare nell’atto stesso che lo stipulante ha dichiarato:
“- di essere stato esaustivamente edotto da me notaio circa le argomentazioni giuridiche a sostegno della possibilità di non ottenere la trascrizione del presente atto;
– di aver pienamente compreso quanto da me notaio spiegato, senza riserva o eccezione alcuna, dispensandomi sia da ogni e qualsiasi responsabilità a riguardo sia dal richiedere la relativa trascrizione e facendo sin da ora istanza, quale richiedente autonomo ed in proprio della formalità derivante dal presente atto, di eseguire detta formalità con riserva ex art. 2674-bis c.c.”;
tale precisazione è stata riportata nella Sezione D della nota di trascrizione.
La trascrizione dello “Atto identificativo di immobili devoluti in trust” è stata quindi richiesta direttamente dalla parte.

A fronte di tale istanza il Conservatore dei registri immobiliari di Firenze ha rilevato, ai sensi dell’articolo 2674-bis cc, l’esistenza di gravi e fondati dubbi circa la “… trascrivibilità di un mero atto identificativo di immobili devoluti in trust non essendo una tale trascrizione prevista da alcuna norma” (così testualmente nella motivazione dell’esecuzione della formalità con riserva).

Tuttavia stante la richiesta, fatta in atto e riportata nella sezione D della nota, di esecuzione della formalità con riserva, la trascrizione è stata eseguita con riserva.
Avverso tale riserva è stato proposto reclamo al tribunale di Firenze ai sensi degli articoli 2674-bis codice civile e 113 ter disposizioni attuative.

La decisione del Tribunale di Firenze
Con il reclamo è stato chiesto al tribunale di rendere definitiva la trascrizione eseguita con riserva in quanto l’istituto del trust è stato recepito in Italia con la convenzione dell’Aja dell’1° luglio 1985, ratificata con legge n. 364/1989, “trattasi, dunque, di istituto che gode di piena cittadinanza nel nostro ordinamento, del quale consolidato orientamento giurisprudenziale e dottrinale afferma la trascrivibilità, in particolare laddove abbia ad oggetto beni immobili, ai sensi dell’art. 12 della citata convenzione”.

Il Conservatore ha evidenziato al giudice adito che, come emerge chiaramente dalla motivazione formulata al momento dell’esecuzione con riserva della formalità, i dubbi manifestati non attengono alla trascrivibilità degli atti di devoluzione di beni in trust, la cui trascrivibilità è ormai pacifica, ma alla trascrivibilità “… di un mero atto identificativo di immobili devoluti in trust non essendo una tale trascrizione prevista da alcuna norma”.

Infatti, quello presentato per la trascrizione non era l’atto con cui i beni sono stati devoluti nel trust, ma un diverso atto che provvede unicamente alla loro identificazione. L’atto con cui il trust è stato istituito – e con il quale allo stesso sono stati devoluti i beni immobili indicati nella nota di trascrizione – è stato invece autenticato dal un notaio di Lugano (Confederazione Elvetica) e munito di apostille secondo la Convenzione de l’Aja del 5 ottobre 1961, per il suo utilizzo al di fuori della Confederazione Elvetica, ma non è stato depositato né presso un archivio notarile né presso un notaio italiano.

Al riguardo è necessario precisare che perché un atto notarile estero sia utilizzabile in Italia, quindi anche per l’aggiornamento dei pubblici registri, deve preventivamente essere depositato presso un archivio notarile o presso un notaio italiano.
Difatti l’articolo 106, n. 4, della legge n. 89/1913 (legge notarile) dispone che nell’archivio notarile sono depositati e conservati gli originali o le copie degli atti pubblici rogati e delle scritture private autenticate in paese estero prima di farne uso nello Stato, sempre che non siano già depositati presso un notaio esercente in Italia.

Inoltre l’archivio notarile o il “notaio dovrà procedere alla verifica della sua correttezza formale e sostanziale, al fine di poterlo ricevere in deposito e renderlo così utilizzabile nel nostro ordinamento; un atto che non superi tale controllo non può essere oggetto di deposito”.

L’atto istitutivo del trust non essendo stato depositato presso un archivio notarile o presso un notaio italiano non solo non è utilizzabile in Italia, ma non è neanche stato assoggettato al previo controllo di legalità da parte di un pubblico ufficiale italiano imposto dalla legge notarile, controllo necessario anche al fine di rendere l’atto titolo idoneo per la trascrizione.

La previsione della Legge notarile è infatti in piena sintonia con il dettato dell’articolo 2657 codice civile – che nell’individuare nella sentenza, nell’atto pubblico e nella scrittura privata autenticata i titoli in forza dei quali può essere eseguita la trascrizione – assicura che gli atti che veicolano le informazioni nei registri immobiliari abbiano superato il vaglio di legittimità operato da un pubblico ufficiale italiano (normalmente il giudice o il notaio), all’evidente fine di tutelare chi su detti registri fa affidamento.

Secondo il Conservatore quindi poiché con l’atto di cui è stata chiesta la trascrizione si procede esclusivamente all’identificazione dei beni immobili devoluti nel trust con l’atto formato all’estero e non depositato presso un archivio notarile o presso un notaio, tale atto non è certamente trascrivibile in quanto:

  • è “attuativo” di una devoluzione realizzata con un atto non utilizzabile in Italia
  • non rientra in nessuna delle previsioni di cui agli articoli 2643 e seguenti del codice civile, in quanto non costituisce, non trasferisce, non modifica diritti reali e non costituisce vincoli di destinazione gravanti su beni immobili.

Alla luce di tale ultimo rilievo, quand’anche l’atto fosse “attuativo” di una devoluzione fatta con atto formato o depositato in Italia non sarebbe comunque trascrivibile, stante il principio di tipicità che informa il sistema della pubblicità immobiliare e che consente la trascrizione dei soli atti per i quali tale adempimento è previsto.

Il tribunale di Firenze ha “ritenuto che le argomentazioni del Conservatore sono senz’altro condivisibili” e ha concluso, come già avanti anticipato, affermando che “non vi è quindi ragione di trascrivere un atto quale quello di cui al reclamo che non ha una sua autonoma individualità e che è finalizzato esclusivamente ad individuare i beni oggetto di devoluzione con un atto istitutivo di trust che al momento non può essere usato in Italia.

La pronuncia – spiega il Fisco – salvaguarda il principio che emerge dall’articolo 2657 cc, secondo il quale la trascrizione può eseguirsi in forza di atti che abbiano superato un controllo di legalità effettuato da un pubblico ufficiale italiano e finalizzato all’accertamento della loro conformità all’ordinamento interno a garanzia dell’affidabilità dei registri immobiliari.”

Lavoro sportivo, Lamberto Mattei: “pubblicata circolare dell’Ispettorato Nazionale”

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Roma 30 Ottobre 2023 – L’Ispettorato Nazionale del Lavoro con una specifica circolare la n. 2 del 25 ottobre u.s.  ha  di fatto fornito le prime indicazioni al personale ispettivo, in seguito al riordino e alla riforma in materia del lavoro sportivo, per gli enti sportivi professionistici e dilettantistici, in vigore dal 1° luglio 2023, visto il D.Lgs n.36 2021 in attuazione dell’Art. 5 della legge 8 agosto 2019, n.86, modificato dal D.Lgs. n.120 del 2023.

La circolare riportando l’art. 25 del D.Lgs. n. 36/2021, riprende in sostanza, sostiene l’Asi,   quanto viene stabilito dalla norma in merito ai  lavoratori sportivi,  “l’allenatore, l’istruttore, il direttore tecnico, il direttore sportivo, il preparatore atletico e il direttore di gara che, senza alcuna distinzione di genere e indipendentemente dal settore professionistico o dilettantistico, esercita l’attività̀ sportiva verso un corrispettivo (…) è lavoratore sportivo ogni altro tesserato (…) che svolge verso un corrispettivo (…) le mansioni rientranti, sulla base dei regolamenti tecnici della singola disciplina sportiva, tra quelle necessarie per lo svolgimento di attività̀ sportiva, con esclusione delle mansioni di carattere amministrativo-gestionale. Non sono lavoratori sportivi coloro che forniscono prestazioni nell’ambito di una professione la cui abilitazione professionale è rilasciata al di fuori dell’ordinamento sportivo e per il cui esercizio devono essere iscritti in appositi albi o elenchi tenuti dai rispettivi ordini professionali”.

“Siamo di fronte ad un documento abbastanza esaustivo – commenta il dottore commercialista Lamberto Mattei” – un atto dovuto che fornisce chiarimenti applicativi ad una molteplicità di punti particolarmente degni di nota. Il nostro team è  al lavoro per valutare gli effetti della circolare e per continuare ad elaborare proposte al governo migliorative”.

Di seguito la circolare integrale consultabile e/o scaricabile

Circolare-INLn.-2-del-25-10-2023

 

Bozza manovra, Lamberto Mattei: “previsti pignoramenti lampo con prelievi diretti dai Conti correnti”

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Roma –  Il sistema dei pignoramenti sarà velocizzato, e questo avverrà consentendo al fisco di prelevare i soldi direttamente dai conti correnti dei contribuenti debitori. Questo vuol dire che l’Agenzia delle Entrate Riscossione avrà accesso diretto ai conti e potrà effettuare pignoramenti lampo senza più dover aspettare i tempi dei debitori e chiedere informazioni agli istituti di credito degli stessi. E’ quanto prevede la manovra del governo. Ovviamente  il debitore deve essere informato del pagamento, altrimenti questo non sarà considerato valido: la notifica deve pervenire al debitore entro e non oltre 30 giorni dalla notifica inviata all’istituto di credito presso cui lo stesso detiene il conto corrente da cui saranno prelevati i soldi.

Stando a quanto riportato nell’articolo 23 della bozza di legge di bilancio 2024, le novità a contrasto dell’evasione saranno numerose, e prevederanno anche la razionalizzazione delle procedure di compensazione dei crediti e di pignoramento.

Salgono le aliquote delle ritenute sui bonifici effettuati per detrazioni da bonus edilizi (dall’8% all’11%) e quelle relative alle attività finanziarie o immobili ubicati all’estero (l’Ivafe va dal 2% al 4% e l’Ivie passa dallo 0,76% al 1,04%). Inoltre i crediti INPS potranno essere utilizzati solamente con F24 telematici e solo dopo aver inviato la dichiarazione dei redditi.

Per quanto riguarda i contribuenti con importi a ruolo scaduti o avvisi di accertamento esecutivi per imposte erariali che superano i 100.000 euro, questi non potranno più effettuare compensazioni.

Sul tema di  compensazioni, invece, la nuova legge di bilancio prevede una stretta a livello generale, che riguarderà i maxi debitori, e una ad hoc per i contributi previdenziali INPS. I contribuenti che hanno accertamenti esecutivi e iscrizioni a ruolo complessivamente superiori a 100.000 euro non potranno più avvalersi della compensazione, mentre la compensazione dei crediti maturati a titolo di contributi INPS potrà essere utilizzata a partire da 10 giorni dopo la presentazione della dichiarazione dei redditi.

I datori di lavoro non agricoli potranno usufruire della compensazione a partire da 15 giorni dopo la scadenza del termine mensile per la trasmissione telematica dei dati sulle retribuzioni. Al contrario, i datori di lavoro agricoli potranno utilizzare la compensazione dalla data di scadenza del versamento relativo alla dichiarazione di manodopera agricola da cui il credito emerge.

Contributi edilizi, focus con il commercialista Lamberto Mattei

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ROMA – Per quanto riguarda gli  interventi edilizi realizzati nel 2023 è possibile richiedere entro il 31 ottobre 2023 un contributo a fondo perduto. Esattamente, chi può presentare la richiesta e in quale misura viene concesso il contributo? Una domanda che molti utenti pongono e alla quale risponde il dottore Lamberto Mattei:

Il contributo a fondo perduto in questione  è quello previsto dal decreto legge n. 176/2022.  Consiste nell’erogazione di una deeterminata somma da corrispondere in  favore dei contribuenti che nel 2023 hanno sostenuto spese per interventi edilizi detraibili dall’Irpef con la percentuale del 90% (Superbonus), a condizione però che si trovino in determinate condizioni reddituali.

I requisitisono stati stabiliti con il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 31 luglio 2023. In pratica, il contributo spetta alle persone fisiche che:

  1. al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arte o professione, sostengono spese per gli interventi indicati nell’art. 119 del decreto legge n. 34/2020 (comma 8-bis, primo e terzo periodo)
  2. hanno avuto un reddito nel 2022 non superiore a 15.000 euro (per la sua determinazione va fatto riferimento a quanto indicato nel comma 8-bis.1 dello stesso articolo 119)
  3. sono titolari (alla data di inizio dei lavori), anche per quota, del diritto di proprietà o di diritto reale di godimento sull’immobile oggetto dell’intervento (per gli interventi effettuati dai condomini, sull’unità immobiliare facente parte del condominio).

L’immobile oggetto di intervento deve peraltro  essere adibito (alla stessa data di avvio dei lavori o, al più tardi, alla data di termine dei lavori) ad abitazione principale.

Aumentano le entrate tributarie e contributive: nei primi otto mesi 2023 +4,1%

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Roma 18 ott 2023  – Il dipartimento delle Finanze e la Ragioneria generale dello Stato, hanno redatto, il rapporto sull’andamento delle entrate tributarie e contributive nel periodo gennaio-agosto 2023. I primi otto mesi dell’anno, che mostrano una crescita di 21.659 milioni di euro (+4,1%) rispetto allo stesso periodo 2022, riflettono la variazione positiva delle entrate tributarie, già rilevata nel bollettino diffuso lo scorso 6 ottobre.

I dati del report, rispetto al richiamato bollettino, come di consueto, includono anche i principali tributi degli enti territoriali, le poste correttive e il gettito contributivo. In particolare, gli incassi contributivi nei primi otto mesi del 2023 sono risultati pari a 174.667 milioni di euro, in aumento di 5.181 milioni (+3,1%) rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.

L’Inps gioca il ruolo principale, contabilizzando entrate in aumento di 4.759 milioni di euro rispetto al 2022 (+3,1%), per effetto sia dell’andamento dei contributi del settore privato (+3,8%) che di quello degli incassi delle gestioni dei lavoratori dipendenti pubblici, i quali fanno segnare un aumento dell’1,9% se confrontati con il corrispondente periodo dell’anno precedente.

Le entrate contributive degli enti previdenziali privatizzati, invece, risultano pari a 7.213 milioni di euro, in aumento del 2,4 per cento.

Il grafico ascendente delle entrate tributarie e contributive, fanno sapere dal dipartimento delle Finanze, è in linea con quanto già indicato nella Nadef (Nota di aggiornamento al documento di Economia e Finanza) e incorporato nel calcolo dei tendenziali contenuti nello stesso documento.